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Le consulenze psicologiche a distanza sono efficaci?

Sia il comune cittadino che l’ambiente scientifico si chiedono spesso se le consulenze psicologiche online, o comunque a distanza siano efficaci quanto le consulenze in presenza. Con alcune variazioni relativamente a certi fattori, la ricerca scientifica svolta fino ad ora sembra confermare l’ipotesi che non vi siano differenze rilevanti tra le consulenze psicologiche via mail, web, telefono o app, e le consulenze in presenza.

Già nel 2008, una metanalisi (ovvero un’analisi comparata dei risultati di studi clinici indipendenti che sono stati pubblicati o presentati riguardo ad uno stesso trattamento) che confrontava gli esiti dei trattamenti on line (di diverse tipologie) rispetto ai trattamenti psicologici erogati in presenza, evidenziava come non risultassero differenze significative a livello di risultati.
Una metanalisi dello stesso anno, confrontava 13 ricerche, di cui 10 valutavano l’intervento psicoterapeutico via telefono, 2 via internet e 1 in videoconferenza. La dimensione dell’effetto (g) rilevata per la depressione fu di 0.44 (media) e 1.15 (grande) per disturbi legati all’ansia. La g in statistica indica la dimensione dell’effetto, ovvero la differenza tra un gruppo a cui è stato erogato il trattamento e uno a cui non è stato erogato. Se corrisponde a 0.2, l’effetto si considera piccolo, se 0,5 medio e da 0.8 grande.

Una metanalisi del 2016 valutava gli esiti di interventi di mindfulness erogati online. I risultati hanno dimostrato che gli interventi online basati sulla mindfulness hanno un esiguo ma significativo impatto sulla depressione (g=0.29), sull’ansia (g=0.22), sul benessere (g=0.23) e sulla consapevolezza (g=0.32). L’effetto più importante è stato trovato sullo stress (g=0.51), con effetti ancora più significativi se l’intervento è guidato.
I risultati dimostrano quindi che gli interventi di minfulness erogati online hanno il potenziale di contribuire a migliorare la salute mentale, soprattutto per quanto riguarda lo stress.

Un esperimento effettuato del 2016 aveva invece l’obiettivo di rilevare l’efficacia dell’utilizzo di app per la salute mentale, paragonando 3 app per la depressione in utenti degli Stati Uniti, utilizzate settimanalmente per 12 settimane.
Gli esiti indicano che si possono apprezzare risultati significativi in chi soffre di sintomi depressivi di livello basso fino a moderato, con effetti maggiori prodotti dalle app che intervengono su correlati cognitivi della depressione come il controllo cognitivo e le capacità di problem solving.

Uno studio del 2018 analizzava altre variabili, ovvero oltre all’efficacia clinica, l’aderenza al trattamento e la soddisfazione del paziente, non riscontrando nessuna differenza tra gli interventi psicologici erogati in presenza e in videoconferenza.

La variabile dell’alleanza terapeutica nella psicoterapia erogata in videoconferenza viene invece analizzata in un altro studio dello stesso anno. L’alleanza terapeutica nei trattamenti online è risultata buona anche se lievemente inferiore rispetto ai trattamenti in presenza, mentre la riduzione dei sintomi non è risultata inferiore rispetto alla psicoterapia in presenza.

Una rassegna del 2019, con l’obiettivo di valutare l’efficacia di interventi di telepsicologia sincroni (via telefono, videoconferenza o chat), prende in esame 24 studi effettuati tra il 2005 e il 2016 che avevano per oggetto il trattamento on line di  depressione, ansia, disturbo post-traumatico da stress e disturbo dell’adattamento. I risultati confermano la validità degli interventi on line per tutte le condizioni.

In generale, da questi studi si evince quindi che le consulenze psicologiche a distanza sono equiparabili a quelli in presenza. E’ tuttavia necessario effettuare alcune osservazioni in merito all’eterogeneità degli studi presentati. Infatti, nel settore della telepsicologia sono necessari ancora molte ricerche e approfondimenti in quanto la maggior parte degli studi effettuati fino ad ora tendono a valutare l’efficacia paragonando contemporaneamente interventi effettuati con mezzi che a livello psicologico hanno effetti molto diversi, come telefonata e videoconferenza, chat e app o a paragonare studi effettuati in anni diversi ed effettuati per lo più da psicologi americani su ricerche in lingua inglese.

Alcune criticità che si possono mettere in evidenza sono quindi costituite da:

  • diversità dei dispositivi tecnologici studiati e loro difficile “omologabilità” in termini di effetti psicologici correlati;
  • variabili legate ai contesti culturali: la maggior parte degli studi riguardano popolazioni degli Stati Uniti e non possiamo desumere automaticamente che il vissuto di uno statunitense riguardo alle tecnologie sia identico al nostro o a quello di una popolazione di cultura orientale o estremo-orientale;
  • variabili legate al momento storico e all’evoluzione dei mezzi tecnologici: l’approccio alle tecnologie e il modo di viverle cambia molto all’interno di archi temporali molto brevi, quindi gli studi del 2008 rispecchiano una società molto diversa da quella di oggi;
  • gli studi spesso non realizzano il tentativo di eliminare a livello statistico una variabile importante, come quella legata alle peculiarità psicologiche di una popolazione costretta a usare la telepsicologia in alcuni studi americani (cioè coloro che vivono in zone poco collegate, agorafobici…), che impedirebbe di generalizzare i risultati all'”occidentale medio”, o anche solo all”americano medio”.

In sintesi, seppur con le cautele legate a queste variabili, grazie a questi studi possiamo ritenere con sufficiente margine di sicurezza che gli interventi psicologici mediati dalle tecnologie siano equiparabili a quelli in presenza, soprattutto nel caso di modalità sincrone che prevedono un’interazione “in diretta” tra psicologo e cliente/paziente e soprattutto è presumibile che l’efficacia aumenti all’aumentare delle cues comunicative introdotte nella comunicazione (es. possibilità di vedersi in viso oltre che di sentire la voce) in quanto esse aumentano la probabilità dell’instaurarsi di una relazione più “calda” e di fiducia, elemento fondamentale per la buona riuscita di un intervento psicologico.

Fonti:

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