fbpx
valutazione plusdotazione adulti

Valutazione plusdotazione adulti, come avviene

Valutazione psicologica per plusdotazione, come avviene?

Identificazione della plusdotazione negli adulti

Come Psicologa e Psicodiagnosta svolgo valutazioni di plusdotazione negli adulti attenendomi al Codice Deontologico degli Psicologi Italiani e alle linee guida nazionali e internazionali. Per quanto riguarda le linee guida nazionali, ad ora in Italia esistono solo le Linee Guida per la Valutazione della Plusdotazione in età evolutiva, emesse dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi nel 2018. Tuttavia rappresentano un utile riferimento.

In cosa consiste la valutazione di plusdotazione?

Come indicato dalle linee guida per la valutazione di plusdotazione in età evolutiva, la valutazione di plusdotazione negli adulti, come del resto ogni valutazione che si prefigga di indagare anche solo un aspetto del funzionamento della persona, non deve limitarsi all’indagine sulle prestazioni cognitive, ma deve estendersi a una valutazione globale dei punti di forza e debolezza della persona, e individuare eventuali aree di disagio e lo stile di funzionamento in rapporto a sé stessa, agli altri e al mondo che la circonda, includendo le emozioni e gli stili cognitivi e interpersonali.

Il processo di valutazione per plusdotazione negli adulti comprende 5/6 colloqui:

  • un colloquio iniziale (intervista clinica di 60 minuti);
  • il test cognitivo completo (durata tra 90 e 120 minuti);
  • altri due o tre incontri per la somministrazione di test che possono riguardare la percezione, la personalità, la gestione delle emozioni e le relazioni interpersonali;
  • l’incontro finale di restituzione.

La tipologia di alcuni test e il numero di incontri può variare in base alla valutazione in itinere del clinico.

Il colloquio iniziale prevede la raccolta della storia e dell’ambito di vita della persona, nonché delle motivazioni che l’hanno condotta alla valutazione.

L’esito finale sarà rappresentato dall’integrazione e dalla presentazione delle informazioni emerse durante tutti gli incontri precedenti.

Durante l’ultimo colloquio (e non prima) verrà comunicato l’esito della valutazione cognitiva in termini di quoziente intellettivo e dei quattro indici misurati dal test cognitivo del secondo incontro: comprensione verbale, ragionamento visuo-percettivo, memoria di lavoro, velocità di elaborazione.

E’ importante sapere che spesso le persone che si collocano in fasce alte di funzionamento intellettivo presentano disomogeneità tra le aree che vengono indagate dal test cognitivo: ovvero, possono presentare un quoziente intellettivo inferiore alla soglia di plusdotazione (quindi inferiore al QI di 130) per alcune aree (es. ragionamento verbale e velocità di elaborazione) e risultare superiore a 130 in altre aree, o anche solo in una (es. memoria di lavoro).

In questo caso l’identificazione della plusdotazione è comunque di esito positivo, in quanto, secondo la legge di Detterman e come già illustrato da Sperman (1961), più ci si avvicina agli estremi dei valori di QI e più vi è probabilità di riscontrare tale disomogeneità.
Se vi è molta distanza tra i valori degli indici, secondo le norme del test, il Quoziente intellettivo risulta non interpretabile, e in questo caso si fa riferimento all’Indice di Abilità Generale (IAG) che offre un riferimento alternativo per sapere come si colloca la prestazione della persona rispetto alla norma.

 

Leggi anche:

 

Come Psicologa e psicodiagnosta a Bologna svolgo valutazioni di plusdotazione cognitiva negli adulti presso lo studio di Bologna centro.

Per saperne di più sulla valutazione di plusdotazione negli adulti, contattami alla mail: info@psicologaonline.info o al numero 371 4107274 anche via WhatsApp.